“Il brano è nel database SIAE.” Ma è davvero obbligatorio pagare?
In molti pensano che, se un brano compare nel database SIAE o viene riconosciuto da app come Shazam, allora vada sempre pagata una licenza SIAE.
❌ Falso. O almeno: non sempre vero.
Nella nostra esperienza con centinaia di attività commerciali — retail, hotel, franchising — abbiamo visto lo stesso equivoco ripetersi:
“È nel repertorio SIAE, quindi dobbiamo pagare.”
👉 Non se hai già una licenza diretta valida e documentata.
La confusione nasce da un dato reale, ma parziale
È vero: secondo quanto pubblicato da FIPE il 13 giugno 2025, sulla base della Delibera AGCOM – Delibera n. 142/25/CONS del 27 maggio 2025, SIAE rappresenta il 99,20% del repertorio musicale in Italia, mentre la quota residua (0,80%) è attribuibile a LEA/Soundreef.
Questo dato è corretto, ma non racconta tutto.
Non tutti i brani presenti nel database SIAE però sono rappresentati in esclusiva. Infatti, nel mondo anglosassone — da cui proviene gran parte della musica mainstream — vige un principio diverso.
Ad esempio, ASCAP, una delle principali società americane di collecting, specifica chiaramente:
“The rights granted by the Writer to ASCAP are non-exclusive.”
(Compendium ASCAP – Sezione 1.3)
Questo significa che l’autore mantiene la libertà di concedere gli stessi diritti anche ad altri soggetti qualificati, in Italia o altrove.
➡ Quindi, un brano può essere lecito da usare anche senza licenza SIAE, se l’utente è in possesso di una licenza diretta tracciabile e valida, rilasciata da un soggetto titolato — come previsto dalla Direttiva UE 2014/26/UE.
⚠️ Attenzione però: se non puoi dimostrare di aver già pagato quei diritti in modo regolare, SIAE è pienamente legittimata a richiederne il pagamento, in quanto rappresenta comunque quell’autore — anche se non in forma esclusiva.
📜 Cosa dice la legge europea
Nel 2014, l’Unione Europea ha approvato una riforma epocale con la Direttiva 2014/26/UE, che ha messo fine al monopolio delle società di gestione collettiva.
Questa direttiva ha introdotto due cambiamenti fondamentali:
- Ogni autore può scegliere liberamente da chi farsi rappresentare, anche da un operatore non nazionale o indipendente (es. un collettore privato o un editore con mandato diretto);
- Le licenze possono essere concesse direttamente, senza passare da SIAE o qualsiasi altra collecting, a condizione che siano tracciabili e dimostrabili, ad esempio con fatture, timestamp o certificati.
Il risultato? Oggi è legale — e perfettamente conforme alle norme europee — utilizzare musica tramite una licenza diretta, purché l’intera catena sia documentata e l’operatore autorizzato sia realmente titolato a rilasciare quella licenza.
🔍 Sei già coperto? Ecco come capirlo
Se hai una licenza diretta già pagata e verificabile, nessuno può chiederti un secondo pagamento. Nemmeno SIAE o altre società di gestione del diritto. Per dimostrarlo, devi avere:
- ✔️ Un certificato di licenza diretta (come quello rilasciato da MoosBox)
- ✔️ Una fattura regolarmente pagata
- ✔️ Documentazione chiara sulla catena di mandato
SIAE può verificare, ed è corretto che lo faccia perché fa parte delle sue competenze. Ma non può chiederti di pagare due volte per lo stesso brano, se sei in possesso di prove concrete e verificabili.
📦 In sintesi
🔴 Non basta che il brano sia riconosciuto da SIAE o da app come Shazam.
🟡 Devi essere in grado di dimostrare di aver già pagato i diritti in modo tracciabile.
🟢 Se hai una licenza diretta documentata, sei tutelato — anche in caso di ispezione.
❓Domande frequenti
“Se un brano è nel repertorio SIAE, devo pagare per forza?”
No, se hai una licenza diretta valida, rilasciata da un soggetto titolato, sei perfettamente in regola.
“Shazam ha riconosciuto la canzone. Devo pagare SIAE?”
Shazam riconosce il suono, non la titolarità dei diritti. È solo uno strumento tecnico, non una prova legale.
“Chi rilascia una licenza diretta valida?”
Soggetti autorizzati come editori, collettori esteri, produttori o servizi certificati come MoosBox.
Questo articolo ovviamente non vuole essere una consulenza legale; in caso di dubbi sulle normative locali o specifiche richieste di collecting, rivolgiti anche a un consulente legale di fiducia e rimani aggiornato sulle migliori soluzioni musicali per la tua attività: seguici su LinkedIn o unisciti al nostro canale Telegram.